Mastoplastica Additiva Brescia

La mastoplastica additiva è uno degli interventi chirurgici più voluto dalle donne, non a caso, in quanto assicura la più soddisfacente resa estetica, esaltando la femminilità di ognuna. È un intervento duraturo nel tempo; le protesi sono garantite a vita anche se, in certi casi, potrebbero dover essere sostituite con il passare degli anni.

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Per chi è indicato il trattamento di Mastoplastica Additiva

Concepito originariamente solo per aumentare il seno, questo intervento è diventato la risposta anche per chi desidera correggere i difetti di forma, migliorare le proporzioni e la simmetria delle mammelle scegliendo, tra le diverse protesi, quella più adatta, ottenendo un risultato armonico e naturale. Dalle più recenti statistiche, chi si rivolge al chirurgo plastico per questa tipologia di intervento ha un’età compresa tra i 19 e i 35 anni.
Chi aspira ad un seno maggiormente femminile, sensuale o più abbondante, lo fa anche in base alle più diverse motivazioni che possono aver portato ad una modifica naturale del proprio aspetto: una perdita repentina di peso, il passare degli anni, una gravidanza.
Il sentirsi bene passa necessariamente dalla propria immagine corporea, ecco perché più il risultato è naturale e proporzionato alla struttura fisica di ciascuna, più il guadagno si misurerà in autostima e benessere.

Vediamo in dettaglio cosa significa rifarsi il seno, quella parte che ogni donna considera forse come la parte più importante di sé.

Durata dell’intervento Anestesia Degenza in clinica Convalescenza Età consigliata
45 – 60 min Generale 2 giorni 7 giorni 19 – 45

In cosa consiste il trattamento, la prima visita

Facciamo un passo indietro per spiegare, fase per fase, cosa significa rifarsi il seno.

La prima consultazione con il chirurgo estetico è una visita di tipo valutativo, alla quale è indicato sottoporsi anche per fugare qualsiasi dubbio relativo all’intervento. Il chirurgo, durante questo primo incontro, vi aiuterà a capire quali siano le differenti opzioni e possibilità messe a vostra disposizione dalla chirurgia estetica odierna.
Di norma, durante questo colloquio, il medico raccoglie alcuni dati relativi alla storia clinica del paziente, prescrivendo poi una serie di esami necessari a testarne lo stato di salute e la conseguente possibilità di sottoporsi all’intervento. In questa sede si valuta la possibilità tecnica di realizzazione dell’intervento, considerando principalmente le caratteristiche anatomiche del seno, quindi la tipologia di tessuto cutaneo ed adiposo e la conformazione della ghiandola mammaria.

Il preventivo che viene prospettato riporta tutto ciò che contempla l’operazione, sia in fase chirurgica che post-chirurgica (protesi, personale, medicazioni e tutti i controlli periodici che seguono l’intervento).

La scelta delle protesi del seno

Rifarsi il seno significa dedicare una grande attenzione alla fase di analisi e studio della tipologia di seno da operare e, ovviamente, del seno rifatto che si vuole ottenere. Una delle incognite principali riguarda la scelta del tipo di protesi da inserire, tenendo conto che i modelli di ultima generazione, disponibili in un’infinità di forme e dimensioni, sono per lo più in gel coesivo dalla superficie testurizzata e permettono l’adesione completa della protesi ai tessuti, ottenendo un effetto completamente naturale; esistono anche protesi in gel di silicone ricoperte da poliuretano, sostanza completamente riassorbibile che diminuisce il rischio di contrattura capsulare.

Mastoplastica Additiva Brescia Protesi

Zone di inserimento della protesi

Tra le diverse alternative da vagliare con la competenza del medico c’è la scelta della zona di inserimento delle protesi.
Questa scelta deve essere effettuata tenendo conto soprattutto delle dimensioni del tessuto mammario, ovvero dell’adipe e della ghiandola.

Sostanzialmente un’operazione di mastoplastica additiva prevede, a seconda dei diversi casi, tre tecniche di inserimento:

Posizionamento retromuscolare

Dove viene posizionata la protesi:
dietro il muscolo grande pettorale e – talvolta – dietro parte del muscolo dentato.

Per chi è indicata questa posizione:
per le pazienti che hanno uno spessore del tessuto mammario molto scarso.

Quali sono i vantaggi:
i bordi della protesi godono di ridotta visibilità, soprattutto se paragonati ad altre tecniche, ne consegue un seno che appare molto naturale. Effettuare questo tipo di inserimento agevola la realizzazione di esami di controllo come la mammografia e riduce inoltre il rischio della contrattura capsulare.

Quali sono gli svantaggi:
il decorso post operatorio potrebbe necessitare di maggiore tempo per la guarigione. La consistenza della mammella potrebbe apparire, nei primi tempi, più dura al tatto e subire variazioni di forma legate alla contrazione del muscolo.

Posizionamento retroghiandolare

Dove viene posizionata la protesi:
davanti al muscolo pettorale e dietro la ghiandola mammaria.

Per chi è indicata questa posizione:
per coloro che hanno un buono spessore del tessuto mammario.

Quali sono i vantaggi:
è una tecnica che permette un’esecuzione più agevolata dell’intervento. Il decorso postoperatorio è piuttosto rapido e la consistenza del seno rifatto al tatto risulta molto naturale.

Quali sono gli svantaggi:
è possibile che il bordo della protesi risulti più visibile, soprattutto qualora pazienti con scarso tessuto di rivestimento richiedano dimensioni di protesi più abbondanti. Possibile aumento dell’incidenza di contrattura capsulare. Le mammografie potrebbero risultare più difficili da eseguire.

Tecnica dual plane

Dove viene posizionata la protesi:
in parte dietro al muscolo grande pettorale e in parte in posizione sottoghiandolare. Con questa tecnica gli altri muscoli della parete toracica non vengono toccati. La parte inferiore della protesi rimane libera in posizione retroghiandolare.

Per chi è indicata questa posizione:
in determinati casi di forma della mammella assicura un risultato naturale sia a chi sceglie protesi anatomiche a goccia, sia rotonde.

Quali sono i vantaggi:
considerata come l’evoluzione della tecnica retromuscolare, è estremamente all’avanguardia e assicura un alto numero di vantaggi. Principalmente: i bordi delle protesi non si notano e la forma risultante dall’operazione di mastoplastica additiva è estremamente naturale. Sottoporsi ad esami diagnostici, quali ad esempio la mammografia, dopo l’inserimento della protesi, non sarà problematico. In questo caso, a differenza della tecnica retromuscolare, si otterrà un seno molto morbido al tatto, che non varia di forma in base alla contrazione del muscolo pettorale. Come la tecnica retroghiandolare, anche qui il decorso post-operatorio è piuttosto rapido.

Quali sono gli svantaggi:
è una tecnica in grado di ovviare tutti gli svantaggi della tecnica retromuscolare e retroghiandolare.

Zone di inserimento della protesi seno

Quali sono le vie di accesso chirurgico

Le principali vie di acceso chirurgico per l’inserimento della protesi nelle operazioni di mastoplastica additiva sono tre:

Dall’areola mammaria – l’incisione viene solitamente effettuata nella metà inferiore dell’areola e permette di raggiungere il piano di posizionamento passando attraverso la ghiandola.
Questa via di accesso è spesso utilizzata perché, per la natura anatomica irregolare dell’areola mammaria, rende possibile nascondere la cicatrice dell’operazione.
Possibili limiti: soprattutto la misura della protesi mammaria da inserire, che non può essere di dimensioni eccessive.

Dal solco sottomammario – permette la via di accesso al piano di dissezione della tasca protesica da sotto la ghiandola mammaria senza doverne interrompere la continuità; è una delle vie di accesso per eccellenza, perché veloce, sicura e rispettosa della normale anatomia.

Ascellare – l’inserimento della protesi da questa zona permette di disporre del pilastro anteriore dell’ascella come guida nel raggiungimento del piano di dissezione della tasca chirurgica sia retroghiandolare, sia retromuscolare. È la meno utilizzata. I suoi vantaggi stanno nel poter nascondere meglio i segni dell’operazione. È una via limitata nel caso si debbano inserire protesi di grandi dimensioni.

In cosa consiste il trattamento – l’intervento

Il giorno dell’intervento è richiesto alla paziente di presentarsi in clinica all’orario prestabilito, indossando abiti comodi, senza make-up o smalti. Con lei dovrà esserci una persona di riferimento, che assicuri supporto e presenza durante la prima notte dopo l’operazione. L’intervento di mastoplastica additiva richiede innanzitutto la presenza costante di un medico anestesista. Questo preciso tipo di operazione prevede sia la possibilità di ricorrere all’anestesia locale con sedazione o, più spesso, all’anestesia generale.
Di norma, l’anestetico locale contiene, nella sua formula, un farmaco vasocostrittore, così da ridurre il sanguinamento, agevolando la guarigione in fase post operatoria.
Dopo aver fatto l’incisione concordata, il chirurgo crea la tasca che dovrà accogliere l’impianto, sopra o sotto il muscolo pettorale. Una volta controllato che non vi siano sanguinamenti, si controlla la tasca e poi si procede all’introduzione della protesi.

La fase chirurgica ha termine nel momento del bendaggio che viene applicato sopra le medicazioni e non è da ritenersi un momento irrilevante, durante un’operazione.
I drenaggi, vengono spesso posizionati prima di introdurre le protesi e servono per evitare che si formino raccolte di sangue nelle prime ore dopo l’intervento.
Alla paziente viene poi fatto indossare un reggiseno elasticizzato, che deve portare, giorno e notte, per almeno tre settimane, un mese.
La prima medicazione viene di norma eseguita dopo 3 o 4 giorni.

È un trattamento doloroso o pericoloso

Il decorso post operatorio prevede una dolorabilità del seno, per qualche giorno, causata dalla distensione dei tessuti. E’ un dolore assolutamente controllabile con farmaci antinfiammatori e analgesici.

Sono numerosissime le donne che ogni anno si sottopongono ad un intervento di aumento del seno; questa scelta deve essere fatta in maniera consapevole, tenendo conto dei rischi nei quali si può incorrere, che sono poi i rischi legati a qualsiasi intervento di tipo chirurgico.

La visita chirurgica ed anestesiologica, nonché l’esecuzione degli esami ematochimici e l’elettrocardiogramma servono ad accertare la presenza di eventuali fattori di rischio associati ed a ridurre al minimo la possibilità di complicanze.

Per quanto concerne invece le possibili complicanze legate alle protesi mammarie, il principale rischio è rappresentato dalla contrattura capsulare, legata alla classica da corpo estraneo dell’organismo, che può essere più o meno aggressiva. Nei casi più gravi, la reazione porta il seno ad indurirsi eccessivamente e ad assumere forme assolutamente innaturali.

Quanto costa rifarsi il seno

Prezzo minimo Prezzo massimo
7.500 € 8.500 €

Seno rifatto prima e dopo

Domande frequenti mastoplastica additiva

E’ possibile vedere il risultato che otterrò con l’intervento?

Esistono appositi programmi che permettono di vedere il risultato che si otterrà in termini di volume finale a seconda dei parametri studiati in sede di visita medica. Il programma prevede che la paziente indossi un apposito corpetto che permette l’inserimento di protesi di prova in modo da poter valutare in maniera esatta quale sarà il volume dopo l’intervento.

Si sente spesso dire che un seno operato rimane freddo e gommoso al tatto, è la verità?

No, le protesi vengono normalmente integrate all’interno dell’organismo, ragion per cui avrà la stessa temperatura dell’organismo che la ospita. Per quanto riguarda la gommosità, la protesi ha una consistenza assolutamente morbida, tipica del seno giovanile e, in assistenza di complicanze, la palpabilità è assolutamente normale.

Una donna con le protesi può allattare?

Sì, le protesi non hanno alcuna influenza sull’allattamento. La possibilità di allattare dipende esclusivamente dalla predisposizione della paziente e non verrà in alcun modo messa in discussione da un’operazione di mastoplastica additiva.

Mastoplastica additiva e tumori, esiste una connessione?

Le protesi sono state studiate con decine di migliaia di studi scientifici approfonditi, per l’importanza del tipo di intervento e in ottica di prevenzione della patologia del tumore mammario. Sono state escluse tutte le relazioni tra le protesi e i tumori, perciò sono da considerarsi totalmente sicure.

Video Dott. Brunelli

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